"Scuola Libera Tutti": il progetto che combatte la dispersione scolastica con il protagonismo giovan
In un’Italia ancora segnata da alti tassi di abbandono scolastico, nasce "Scuola Libera Tutti", un progetto innovativo che mette al centro il protagonismo giovanile per contrastare la dispersione scolastica. Finanziato dalla Fondazione Cassa Depositi e Prestiti e realizzato in collaborazione con Salesiani per il Sociale, il progetto coinvolge diverse regioni italiane e promuove il peer tutoring come strumento efficace di inclusione e crescita. Un esempio virtuoso arriva dal V Municipio di Roma, dove giovani tutor hanno accolto oltre 250 studenti, favorendo integrazione, ascolto e responsabilità condivisa. Scopri come questa iniziativa sta trasformando la scuola in una vera comunità educante.
Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto significativi passi avanti nella lotta contro l’abbandono scolastico. Tuttavia, nonostante i miglioramenti rispetto al decennio precedente, il nostro Paese resta tra quelli con il tasso più alto di abbandoni precoci nell’Unione Europea. Secondo il rapporto AGIA del 2022, il 13,1% dei giovani italiani abbandona la scuola o la formazione prematuramente, una percentuale ben superiore alla media europea del 9,9%.
Per fronteggiare questo fenomeno, nasce "Scuola libera tutti", un progetto finanziato dalla Fondazione Cassa Depositi e Prestiti e realizzato in collaborazione con Salesiani per il Sociale, con l’obiettivo di ridurre la dispersione scolastica e promuovere il successo formativo nelle scuole secondarie di primo e secondo grado. L'iniziativa coinvolge diverse regioni italiane – Sicilia, Puglia, Marche, Piemonte e Lazio – e punta a rafforzare il senso di appartenenza degli studenti alla scuola e al proprio territorio, creando vere e proprie comunità educanti.
Nel Lazio, il progetto è stato attuato dall’associazione Rimettere le Ali, operante nel V Municipio di Roma Capitale, che ha promosso un’attività di tutoraggio tra pari all’interno di una scuola secondaria di secondo grado, coinvolgendo studenti del terzo e quarto anno nel percorso di accoglienza dei nuovi iscritti. L’idea nasce da una prassi già sperimentata con successo dal Borgo Ragazzi don Bosco (ente con il quale
l’associazione collabora costantemente) presso il liceo scientifico “Francesco d’Assisi” di Roma: rendere protagonisti gli studenti a rischio dispersione trasformandoli in figure attive nell’inserimento degli alunni del primo anno. Al centro del progetto ci sono i valori dell’inclusione e del protagonismo giovanile.
Elemento distintivo del progetto è stato la costituzione di un gruppo di 25 tutor, formati attraverso un percorso esperienziale che ha stimolato lo sviluppo di competenze trasversali (life skills), fondamentali per affrontare relazioni e sfide quotidiane. I tutor hanno raccolto le buone prassi apprese in un manuale operativo, diventato uno strumento di riferimento per l'intero gruppo.
Conclusa la fase formativa, i tutor hanno accolto circa 250 nuovi studenti attraverso attività d’aula mirate alla conoscenza reciproca e alla familiarizzazione con l’ambiente scolastico. Gli incontri hanno favorito la condivisione di emozioni, dubbi e aspettative, generando un clima di fiducia e cooperazione. Il peer tutoring si è rivelato un potente strumento educativo: i tutor sono diventati modelli positivi e figure di riferimento per i nuovi arrivati. La loro presenza ha facilitato anche il dialogo tra studenti e docenti, fungendo da ponte per segnalare eventuali difficoltà emerse nei primi giorni di scuola.
La valutazione dell’esperienza ha coinvolto tutor, studenti e docenti. I risultati sono stati eloquenti: i nuovi iscritti hanno descritto il progetto come fondamentale per ambientarsi e sentirsi accolti. Le testimonianze parlano di un impatto positivo sulla socializzazione e sulla gestione dell’ansia legata all’ingresso in un nuovo contesto: “Senza questi incontri probabilmente non sarei riuscita a rivolgere la parola a nessuno”, “Non avrei mai creduto che le prime settimane delle superiori mi sarei divertita così e conosciuto diversi aspetti sui miei compagni”, “Sinceramente questo progetto mi ha aiutato a conoscere i nuovi compagni, sapere la loro personalità e con i giochi di gruppo ho interagito un po’. Essendo una ragazza introversa questo progetto mi ha aiutato tanto”, “Un'esperienza fantastica da fare in primo liceo (soprattutto quando tutto è nuovo) per sentirsi a proprio agio, capire come funziona, conoscere i compagni e allo stesso tempo divertirsi”, “Gli incontri che abbiamo fatto con i tutor hanno reso meno pesante l’impatto con la scuola superiore e sono serviti per comprendere regole e organizzazione”. Anche i tutor hanno evidenziato i benefici personali: hanno imparato a gestire gruppi, ad ascoltare, a relazionarsi con persone diverse da loro. Hanno sottolineato il valore dell’accompagnamento ricevuto dai formatori, elemento chiave per affrontare le difficoltà incontrate lungo il percorso: “È stato molto utile a livello umano poiché ci siamo dovuti ritrovare nei panni di persone che caratterialmente erano molto diversi da noi, abbiamo cervato di comprenderle e provato delle strategie per farli sentire a proprio agio”. Infine, sebbene non direttamente coinvolti, i docenti hanno riconosciuto il valore educativo dell’iniziativa,
in particolare per la crescita personale degli studenti tutor e per il miglioramento del clima nelle classi prime.
“Scuola libera tutti” ha dimostrato che rendere i giovani protagonisti dell’accoglienza può rappresentare una risposta concreta e innovativa ai problemi della dispersione scolastica. Il progetto ha rafforzato il concetto di educazione partecipativa, in cui studenti, insegnanti e formatori collaborano in un'ottica di responsabilità condivisa. Attraverso il tutoraggio tra pari, la scuola diventa uno spazio non solo di apprendimento, ma anche di crescita personale e sociale. Un luogo dove i giovani imparano ad ascoltare, a sostenersi a vicenda e a diventare cittadini attivi e consapevoli. In un momento storico in cui l’educazione è chiamata a rispondere a sfide complesse, esperienze come questa indicano la direzione da seguire per costruire una scuola realmente capace di educare alla vita.
