28.03.2025

Salesiani per il sociale, "La povertà giovanile minaccia il futuro del paese."

Continuano gli approfondimenti sulla povertà assoluta, letta e “declinata” dalle organizzazioni che fanno parte di Alleanza contro la povertà, ciascuna per le proprie competenze.
Questa volta è don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale APS, a condurci in una riflessione sulle ricadute della povertà assoluta sui minori e sulle famiglie e in particolare sulle opportunità e i percorsi educativi.
Ecco l’intervista.

Don Francesco, la povertà assoluta in Italia è in costante crescita e colpisce pesantemente soprattutto le famiglie con figli. In che modo questo incide sull’accesso a istruzione e servizi educativi?
La crisi economica che colpisce 2,2 milioni di famiglie nel nostro Paese ha evidentemente ricadute anche sull’accesso ai servizi e all’istruzione per i figli: i minori ne sono quindi naturalmente coinvolti. L’Italia è poco al di sotto della media europea, con un tasso di giovani in stato di grave deprivazione materiale e sociale pari al 5,6%. Questo si traduce nell’impossibilità di accedere alle attività sportive, sociali (le gite scolastiche, ad esempio) o a tutte le iniziative extrascolastiche che hanno un costo insostenibile per queste famiglie. Un adolescente su 4 non può permettersi i libri scolastici o il materiale necessario per le lezioni.  L’isolamento al quale sono costretti questi bambini e ragazzi ha ripercussioni sul loro sviluppo e sulla loro  crescita, anche in chiave di futuro: oltre il 43% degli adolescenti vorrebbe frequentare l’università, ma sa che appena concluso il ciclo scolastico obbligatorio, sarà costretto ad andare a lavorare. 

L’introduzione delle nuove misure di contrasto hao avuto un impatto sulla povertà educativa? Quale?
Le recenti misure adottate per contrastare la povertà educativa in Italia hanno avuto un impatto significativo, sia in termini positivi che negativi. Da un lato, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha previsto investimenti importanti per affrontare la povertà educativa. In particolare, sono stati stanziati 1,19 miliardi di euro per la costruzione di scuole innovative e sostenibili, con l’obiettivo di sostituire oltre 400.000 metri quadrati di edilizia scolastica e ridurre del 50% i consumi energetici. Inoltre, sono stati destinati 1,5 miliardi di euro per interventi straordinari mirati a ridurre i divari territoriali nelle scuole secondarie di secondo grado. 
Dall’altro lato, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto cambiamenti che potrebbero influire negativamente sulla lotta alla povertà educativa. In particolare, è stato abolito il meccanismo che permetteva alle Fondazioni di origine bancaria di finanziare il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Questo Fondo, attivo per otto anni, aveva sostenuto oltre 800 progetti in tutta Italia, coinvolgendo più di 500.000 bambini e ragazzi e mettendo in rete oltre 9.500 organizzazioni, tra enti del Terzo Settore, scuole ed enti pubblici. 
Inoltre, la stessa Legge di Bilancio ha ridotto le risorse destinate alle principali misure pubbliche di sostegno agli indigenti, rendendo le attuali misure insufficienti per affrontare in modo efficace un problema sempre più ampio e multidimensionale. 
Pertanto, sebbene siano stati previsti investimenti significativi attraverso il PNRR per migliorare l’infrastruttura educativa e ridurre i divari territoriali, il significativo ridimensionamento del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, la riduzione delle risorse destinate al sostegno dei più vulnerabili, la mancanza di una visione politica sistemica nell’affrontare un dato strutturale, non più emergenziale, della società italiana quale la povertà educativa,  rappresentano passi indietro nella lotta contro la povertà educativa in Italia.

Dal vostro osservatorio privilegiato, quali sono le “nuove povertà”? E quali sono le “categorie” maggiormente esposte al rischio di povertà assoluta?  
Le “nuove povertà” sono forme di disagio economico e sociale che si sono accentuate negli ultimi anni a causa di crisi economiche, inflazione, precarizzazione del lavoro e cambiamenti strutturali nella società. Certamente i giovani sono i nuovi poveri, perché maggiormente esposti. Nel nostro Paese – lo dicono gli ultimi dati di OpenPolis – i minori in povertà assoluta sono il 13.8%. Ci sono le povertà materiali ( l’11,6% degli adolescenti non può comprare, per esempio, un paio di scarpe quando ne ha bisogno, secondo una indagine di Save the Children), ma anche non poter fare sport perché troppo costoso per la famiglia. Ancora, il 30,8% degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni non può permettersi una vacanza per più di un giorno. Si tratta di vere e proprie privazioni –  lo sport, il tempo libero – che incidono sulla crescita e sullo sviluppo dei giovani. Il nostro impegno è rivolto anche a loro, con progetti istituzionali e finanziati dalla raccolta fondi, per offrire quanto necessario per vivere, studiare ma anche divertirsi, praticare uno sport, avere una biblioteca a disposizione o uno spazio sicuro dove trascorrere il tempo libero.  I minori ed i giovani più fragili che accogliamo ci chiedono spesso beni relazionali: un abbraccio, l’ascolto, l’accompagnamento educativo, sono i beni più richiesti.

Quali potrebbero essere, secondo voi, le misure e gli strumenti per combattere e ridurre la povertà assoluta e in particolare la povertà assoluta?
Serve innanzitutto una visione politica sistemica sulla questione: misure strutturali e strumenti mirati che affrontino le cause profonde del problema. Dobbiamo anche affermare con forza che bisogna combattere la povertà e non i poveri: questi ultimi non vanno colpevolizzati, ma aiutati. 
Per questo riteniamo, come Salesiani per il sociale, che sia necessario rilanciare politiche economiche e sociali di ampio respiro: il reddito minimo garantito, per assicura un livello dignitoso di sussistenza; una tassazione equa e progressiva, per redistribuire la ricchezza e finanziare programmi di welfare; un investimento nelle infrastrutture sociali e formative nelle aree più povere del Paese, per favorire lo sviluppo economico. È poi necessario investire maggiormente nell’istruzione e nella formazione professionale, per interrompere il ciclo della povertà intergenerazionale e combattere il fenomeno dei giovani neet; ancora, occorre creare opportunità di lavoro dignitoso attraverso politiche di salario minimo e di sostegno alle piccole imprese giovanili. È inoltre necessario garantire l’accesso ai servizi essenziali come sanità, edilizia popolare, sicurezza alimentare per le persone più povere. Inoltre la lotta alle disuguaglianze e la protezione sociale è fondamentale per tutelare i diritti dei lavoratori e prevenire lo sfruttamento (come il caporalato) e migliorare le condizioni di lavoro, per sostenere le famiglie vulnerabili attraverso programmi specifici per minori, per attuare riforme contro la discriminazione garantendo pari opportunità per donne, migranti e gruppi svantaggiati.
Un approccio integrato, che combini questi strumenti e politiche, è essenziale per combattere in modo efficace la povertà assoluta e garantire un futuro più equo.

Per finire, un appello alle istituzioni?
La povertà minorile e giovanile è una realtà inaccettabile, che nega a milioni di bambini e ragazzi il diritto a un futuro dignitoso. Non è solo un problema economico, ma una ferita sociale che compromette l’uguaglianza di opportunità e la crescita dell’intero Paese. Nessun bambino dovrebbe crescere senza cibo, istruzione e opportunità, e nessun giovane dovrebbe essere costretto a rinunciare ai propri sogni a causa della mancanza di mezzi. Chiediamo un impegno concreto per garantire a ogni bambino e giovane il diritto a un futuro dignitoso, attraverso misure strutturali e interventi immediati:

  • Istruzione accessibile e di qualità – Potenziare il tempo pieno nelle scuole collaborando con gli Enti del Terzo Settore, garantire libri di testo e materiale didattico gratuito per le famiglie in difficoltà, ridurre il divario educativo tra Nord e Sud.
  • Inclusione digitale ed educativa – Assicurare che tutti i bambini e ragazzi abbiano accesso a strumenti tecnologici e connessione internet per non essere esclusi dalla formazione.
  • Opportunità di lavoro per i giovani – Creazione di hub giovanili che educhino e formino al lavoro, incentivare apprendistati, tirocini retribuiti e percorsi di inserimento lavorativo per evitare che la povertà e l’emigrazione giovanile si tramandi di generazione in generazione
  • Sostegno alle famiglie e ai minori in difficoltà – Aumentare gli aiuti economici per le famiglie più fragili, rafforzare i servizi sociali e garantire supporto psicologico ai minori che vivono in condizioni di disagio.

L’Italia non può permettersi di lasciare indietro le nuove generazioni. La povertà infantile e giovanile è una minaccia al futuro del Paese e richiede azioni urgenti e coordinate. Investire nei bambini e nei giovani significa investire nel futuro dell’Italia.

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