Giustizia minorile, Ministro Cancellieri: “Le comunità, contemplano le esigenze educative con quelle contenitive”
Il ministro della Giustizia nella relazione alla Camera dei Deputati parlando della giustizia minorile sottolinea che "negli ultimi anni si sta assistendo ad una sempre maggiore applicazione del collocamento in comunità, non solo quale misura cautelare, ma anche nell'ambito di altri provvedimenti giudiziari, per la sua capacità di contenimento e di controllo" . Don Ricca, Vice-Presidente dei Salesiani per il Sociale e Cappellano del carcere minorile Ferrante-Aporti aTorino ribadisce: "Va però detto che le maglie della giustizia minorile si stanno restringendo sia per quanto riguarda le misure restrittive sia per quello che riguarda l'uso delle comunità, dove i fondi disponibili sono sempre più esigui e gli enti locali poco disponibili ad un concorso di spesa".
Don Ricca afferma che "Credo anch'io che la soluzione comunità prenda sempre più piede, a volte credo anche in misura eccessiva, perché le condizioni dei ragazzi (stranieri con identità incerta o ragazzi con reati legati a mondi malavitosi) destano preoccupazioni e paure a chi, giudice, deve decidere per percorsi con minor controllo. E' pur vero che il numero dei ragazzi presenti negli IPM in questi ultimi mesi ha visto una notevole diminuzione, anche di molto, ma sembra che ne sia aumentata l'intensità. Tuttavia in questo minor numero (398 al 12 gennaio 2014) sono presenti situazioni di degrado sociale e psicologico molto forte.Credo comunque si debba uscire da una logica puramente carceraria e dare impulso a forme di accompagnamento all'esterno, educatori che affianchino il ragazzo nei momenti dell'uscita o di inserimenti lavorativi. Se le presenze diminuiscono, dirottiamo le risorse sul fuori.... Lì è la vita vera, con quella storia si devono misurare i nostri ragazzi. E le comunità sono una strada per arrivare, non la metà definitiva" .
Nelle Comunità Educative per i minori e in quelle famigliare dei Salesiani per il Sociale, ogni ragazzo viene accolto secondo lo spirito e lo stile educativo di Don Bosco, in una casa, che è anche una famiglia e dove "fa bene vivere perché ci si vuol bene". Le strutture che si dividono in due tipologie, Comunità educativa e Comunità famigliare per i Minori, alle quali si aggiungono anche i Servizi per l'autonomia rivolti ai ragazzi e alle ragazze accolti nelle comunità e ormai maggiorenni.
"Oltre il carcere per educare al(la) città, "GIO-STRA. Giovani straordinari","C'è bisogno che ti prenda cura di me" sono solo alcune delle progettualità che i singoli enti federati portano avanti sul territorio erogando i servizi a favore dei minori a rischio. In particolare, poi, a livello nazionale opera la Sede Nazionale cura la progettazione sociale la formazione ricorrente degli operatori degli operatori e la diffusione delle buone prassi.
"In merito alla giustizia minorile, si segnala un preoccupante aumento della presenza di minori con molteplici disagi e problematiche di malessere sociale correlati a fenomeni di dispersione scolastica, emarginazione e vulnerabilità sociale, disagio psichico, assunzione ed abuso di sostanze stupefacenti, reclutamento nella criminalità organizzata, immigrazione di minori non accompagnati, difficoltà di integrazione dei minori stranieri di seconda generazione, formazione di bande giovanili, sfruttamento, abuso e tratta a danno di minorenni"ha riferito il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri a conclusione della sua relazione alla Camera dei Deputati, lo scorso 21 gennaio gennaio e riabdendo che: " l'approccio trattamentale per i minori deve principalmente fondarsi sull'ascolto e l'accoglienza ma soprattutto sul dialogo".