Finestre: il laboratorio teatrale che aiuta i ragazzi a scoprire sé stessi
Il laboratorio teatrale "Finestre", realizzato a Messina nell'ambito del progetto "Una giostra educante", offre ai ragazzi tra 11 e 13 anni l'opportunità di esplorare il loro mondo interiore attraverso il teatro. Grazie a "giochi seri", i partecipanti sviluppano consapevolezza corporea, espressione vocale e capacità relazionali, scoprendo la propria unicità e imparando a valorizzare il gruppo. Questo percorso educativo, sostenuto da Salesiani per il sociale, favorisce la crescita personale, stimolando apertura, creatività e la capacità di esprimere emozioni autentiche.
Il laboratorio teatrale “Finestre”, parte del progetto "Una Giostra educante" (collegamento con pagina del progetto già caricata sul sito) sostenuto da Salesiani per il sociale, si svolge presso la scuola Boer di Messina con l’obiettivo di aiutare ragazze e ragazzi tra gli 11 e i 13 anni a esplorare il proprio mondo interiore. Attraverso il teatro, i partecipanti sviluppano consapevolezza corporea, espressione vocale, percezione di sé e relazione con gli altri, scoprendo così la propria unicità e il valore del gruppo. L’approccio utilizzato, basato su “giochi seri”, permette loro di mettersi in gioco con curiosità e creatività, affrontando anche eventuali resistenze tipiche di questa fascia d’età. Come dice Chiara Caravella, co-conduttrice del laboratorio: “Attraverso il teatro diamo ai ragazzi un’occasione per guardarsi dentro, per riconoscersi e per trovare il coraggio di esprimersi senza paura del giudizio.”
Fin dall’inizio, l’obiettivo è stato rendere i partecipanti consapevoli del proprio percorso di crescita. Con grande soddisfazione, i cambiamenti sono già visibili: maggiore apertura, entusiasmo e voglia di sperimentare. Gli incontri diventano momenti di condivisione profonda, dove emergono emozioni autentiche e storie personali. Ogni ragazzo porta con sé una ricchezza inestimabile, come dimostrano episodi toccanti, tra cui il desiderio di un abbraccio spontaneo, la gioia di superare l’ansia nel cantare una propria canzone o il dispiacere per la fine di un laboratorio. “Vederli mettersi in gioco, scoprirsi capaci di esprimere emozioni e sensazioni che magari prima non riuscivano a nominare è un dono enorme per noi educatori”, racconta Chiara.
Lavorare con Chiara rappresenta un’esperienza straordinaria. Il suo talento e la sua esperienza contribuiscono a rendere questo percorso ancora più significativo. Il teatro si rivela così non solo uno strumento educativo, ma un vero e proprio spazio di crescita personale e collettiva, dove i ragazzi possono esprimersi liberamente e scoprire la bellezza della propria voce interiore. “Questi ragazzi ci insegnano ogni giorno qualcosa di nuovo: la spontaneità, la creatività e la capacità di emozionarsi sono doni preziosi che ci ricordano il valore autentico dell’arte e della relazione umana”, conclude Chiara.