03.09.2015

Don Bosco in Condominio, la risposta all’indifferenza delle città

Venerdì scorso, un giovane papà in compagnia del suo bambino, ha fatto l’ingresso nel “condominio solidale”. Non è la prima volta che il condominio ospita un padre con dei figli. Ma questa è una storia diversa
Una storia diversa perché il papà ha solo trent’anni ed è molto coraggioso perché ha scelto di stare con suo figlio, nonostante l’assenza di lavoro, della casa e delle difficoltà economiche...
Questa è solo una delle tante storie che hannotrovato un luogo e una “famiglia” presso il Condominio Solidale di Torino. Un condominio che intende rispondere in modo innovativo ai bisogni abitativi dei cittadini che vi risiedono, definirsi quale nuovo modello di convivenza replicabile in altri contesti, affrontare con un nuovo approccio sia la risposta al disagio abitativo, sia i rapporti di prossimità e vicinato, valorizzando la promozione della solidarietà tra generazioni mediante il sostegno reciproco e la partecipazione ad attività di socializzazione.
Il progetto è curato e gestito da uno dei soci della Federazione AGS per il territorio di Torino.Uno dei 84 soci che insieme fanno grande la Federazione dei Salesiani per il sociale. Una storia,quella dei Salesiani per il sociale, che dura da oltre 20 anni.

E da poco più di un anno affisso al muro, nella cucina condominiale è stato appeso un quadretto con l’immagine di Don Bosco. Non tanto perché sia l’Associazione Giovanile Salesiana per il Territorio a gestire il progetto, ma perché in via Gessi il servizio è rivolto agli ultimi di questi anni. Quegli stessi ultimi cui Don Bosco si rivolgeva a Valdocco, quegli stessi ultimi cui ancora oggi viene chiesto che risorse personali sono disponibili a mettere in campo, quegli stessi ultimi che invece di provenire dalle campagne piemontesi, arrivano dal Sud, dalla Romania, dall’Albania, dall’Africa.
La domanda «sai fischiare?» fatta a Bartolomeo Garelli viene ancora oggi ripetuta, e ancora oggi ad un sorriso rispondiamo con un sorriso.

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