Cosa vi piace dell’Italia? L’accoglienza! La storia della famiglia M, dall’Afghanistan a Torino con il progetto “Siamo con voi!”

La famiglia M. proviene dall’Afghanistan ed è composta da papà, mamma e quattro figli.
In Afghanistan il papà faceva il muratore mentre la mamma si occupava della casa e dei figli. Avevano un piccolo orto e qualche capra da cui ricavavano verdure e latte per la propria famiglia. I figli frequentavano la scuola; i genitori invece a causa della guerra civile non hanno mai potuto studiare.
La famiglia viveva in un piccolo villaggio dove con al massimo quindici minuti a piedi raggiungevano tutti i principali punti di interesse: la Moschea, la scuola (una maschile e una femminile) e il mercato.
Come spesso avviene nei piccoli centri abitati le relazioni interpersonali erano molto ben radicate e soprattutto rappresentavano una delle principali attività della giornata; infatti spesso si facevano compagnia tra famiglie presentandosi a casa senza il bisogno di preavviso. I compleanni non erano soliti festeggiarli ma non mancavano le occasioni per incontrarsi soprattutto quelle legate alla fede religiosa o alla tradizione. Nel periodo invernale ad esempio gli uomini del villaggio una volta a settimana facevano visita a una famiglia diversa, in quelle occasioni si condivideva cibo, chiacchiere, pensieri e danze, immancabili le preghiere.
Sono giunti in Italia nell’agosto del 2021 e dopo aver cambiato un paio di posti sono arrivati a Torino nell’oratorio salesiano San Paolo a marzo 2022. L’accoglienza è stato subito in pieno stile salesiano: familiare, amorevole, inclusiva.
Alla domanda “cosa vi piace dell’italia” sorridono, sono grati dell’accoglienza che hanno ricevuto e che tutti i giorni viene rinnovata, ma sentono anche la mancanza del paese che è stata la loro casa per gran parte della loro vita e che sono stati costretti a lasciare. Sono grati di essere però in un posto con più diritti e possibilità specialmente per i loro figli, amano trascorrere il tempo nei parchi, non ce n’erano molti vicino casa loro, in particolare il parco del Valentino lo preferiscono tra tutti, come molti torinesi del resto. All’elenco non manca di certo il cibo: la pasta, la carne e la pizza Margherita, non piace invece il riso, troppo rotondo rispetto al tipico riso orientale dalla forma più allungata. Sono contenti di potersi spostare con i mezzi pubblici, le distanze si sono certamente allungate trovandosi in una grande città e non dover fare tutto a piedi è una grande comodità. Il papà aggiunge una nota negativa riguardo la difficoltà di trovare lavoro e gli stipendi mediamente bassi, come dargli torto. Trovano la lingua italiana molto piacevole da sentire ma difficile da imparare. Ai ragazzi piace vivere all’interno di una comunità oratoriana perché c’è sempre qualcosa da fare e qualcuno con cui giocare. Frequentano le attività pomeridiane laboratoriali o di aiuto compiti e fanno parte della squadra di calcio dell’oratorio. D’estate sono impegnati nell’estate ragazzi, i più grandi come animatori e i più piccoli come animati.
Per il futuro sognano una casa di proprietà, un lavoro stabile (e poi anche la pensione), una macchina e che i figli possano continuare gli studi; nel futuro i ragazzi si vedono come dottoressa, informatico e calciatore.
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