Alex, partito dal Ghana a soli 15 anni in cerca di un futuro migliore, ha vissuto il dramma dei campi profughi in Libia e, giunto in Italia, è stato ingiustamente accusato di essere uno scafista e condannato a un carcere minorile. Grazie all’intervento di un mediatore culturale e alla sensibilità del direttore del carcere, ha potuto comprendere la sua situazione e intraprendere un nuovo cammino. Affidato alla Casa famiglia “16 agosto” di Bari, ha trovato accoglienza, supporto e opportunità, che gli hanno permesso di completare gli studi, ottenere la riduzione della pena e lavorare nel restauro di barche. Oggi, con un lavoro stabile e una rete di persone che credono in lui, Alex è un esempio di riscatto e speranza, simbolo di un futuro possibile anche per chi parte svantaggiato.