Il conflitto cominciato il 24 febbraio 2022 tra Ucraina e Russia entra nel suo terzo anno.
Un periodo buio per l’Ucraina e per l’Europa intera. Quella mattina, alle 4 italiane, il suolo ucraino è stato scosso dall’inizio di un conflitto militare che avrebbe sconvolto la vita di milioni di persone. In mezzo a questo scenario di terrore e violenza, famiglie intere sono state costrette a fuggire dalle proprie case in cerca di sicurezza e protezione.
L’Europa si è trovata di fronte a una crisi umanitaria senza precedenti, con milioni di profughi che cercavano disperatamente un rifugio. Tra questi profughi, vi erano numerosi minori soli, donne e famiglie vulnerabili, in cerca di un luogo dove poter trovare un po’ di pace e speranza. In questo contesto drammatico, l’importanza dell’accoglienza e del sostegno si è fatto più evidente.
Sin dai primi momenti della crisi ucraina, Salesiani per il sociale si è attivata per garantire accoglienza e supporto ai profughi provenienti dall’Ucraina. Su mandato dei Salesiani di Don Bosco è stato attivato un fondo dedicato alla causa, permettendo di mettere in atto interventi concreti per alleviare le sofferenze delle persone in fuga dalla guerra.
Nel 2022, grazie al sostegno di tanti donatori, sono stati accolti nelle strutture salesiane 43 famiglie e 15 minori non accompagnati. Nel corso del 2023, l’impegno è proseguito con il sostegno a ulteriori 64 famiglie e 5 minori, accolti in diverse comunità in Italia.
Arsenij, uno dei profughi accolti dall’Associazione Progetto Strada di Livorno, racconta la propria esperienza: “Quando è scoppiata la guerra, nessuno se lo aspettava e tutti sono rimasti scioccati dagli eventi in corso. La mia famiglia pensava che sarebbe finita presto e non siamo scappati subito, ma quando ci siamo resi conto che la guerra si sarebbe trascinata per molto tempo, abbiamo deciso di andare via. Quando siamo arrivati in Italia, il primo mese ho provato ad imparare la lingua da solo, ma è stato difficile. Grazie ai Salesiani, per 4 mesi, tre volte a settimana, sono andato ai corsi d’italiano e questo mi ha aiutato molto. Ora capisco cosa dicono le persone e posso anche sostenere un dialogo.”
Anche Anton, accolto nella comunità salesiana di Foggia racconta: “I primi bombardamenti li abbiamo sentiti subito, siamo rimasti senza corrente e acqua. Abbiamo deciso di venire in Italia ed è stata dura lasciare la casa e cambiare abitudini. Abbiamo iscritto nostro figlio alla scuola primaria e contemporaneamente (al pomeriggio) segue le videolezioni di lingua ucraina.”