I coordinamenti nazionali riprendono le attività in presenza: partecipazione e coinvolgimento

A metà dicembre, a distanza di circa due anni, è ripresa in presenza l’attività dei tavoli di coordinamento a livello nazionale.
É stato bello e importante, sotto la spinta dello spirito salesiano di Don Bosco, ritrovarsi di persona per riallacciare le relazioni consolidate e acquisirne di nuove, condividere le conoscenze, i progetti e le attività di ciascuna organizzazione, conoscere le nuove prospettive con l’A.P.S. Salesiani per il Sociale si sta orientando per continuare a dare risposte concrete al mondo educativo e giovanile.
L’esperienza degli incontri di Roma e dei tavoli di coordinamento negli anni, anche in tempo di pandemia, ha permesso di percepirci parte di una rete, di sentirci vicini nella relazione e nella crescita, senza perdere la bussola delle nostre organizzazioni. Come enti del terzo settore oggi siamo chiamati ad una esperienza rigenerativa, che ci induce a riflettere sul significato della progettualità salesiana affinché sia sempre coerente con i bisogni emergenti, sull’importanza della competenza professionale quale garanzia di risposta ai bisogni sociali ed educativi, sulla condivisione dei valori che ci rendono consapevoli della responsabilità a cui siamo “chiamati”. Sentirsi “Chiamati” significa avere un’identità chiara, sentirsi parte attiva di un sistema, partecipare al percorso di crescita e di sviluppo, essere promotori di pensiero, di scambio e di iniziative.
Durante le due giornate di formazione è stato presentato il Bilancio Sociale 2020; in esso alcune parole ritornano più volte: integrazione, partecipazione, coinvolgimento, rete. Non si tratta di banali sostantivi, bensì di esperienze con le quali abbiamo consolidato il nostro essere compagine associativa. Come ribadito più volte, la relazione tra laici e salesiani è il propulsore di un carisma e di un sistema preventivo che se agito in sintonia, in co-partecipazione e nella fiducia reciproca, ieri come oggi può rispondere all’eco di un mondo che chiede di poter essere veramente “Vivo”. Don Bosco oggi ci aiuta attraverso i suoi insegnamenti; il suo messaggio: “Le cose fanno gli uomini, non gli uomini le cose”, deve risuonare in noi per ricordarci come le azioni testimoniamo le nostre parole che esprimiamo per confermare i valori in cui crediamo.
La formazione è la garanzia per affrontare con qualità e competenza il lavoro educativo e contrastare le povertà!
A partire da questa consapevolezza comune, tutti noi, coordinatori e operatori delle Case famiglie e strutture residenziali per minori, dei Centri diurni e strutture semi-residenziali per minori, dei Progetti socio-educativi per minori, ci siamo confrontati sul PEI e sul sistema preventivo, accompagnati dalla prof.ssa Luciana Rossi, docente di pedagogia dello IUSVE – Istituto Universitario Salesiano Venezia – Verona. In un clima di famiglia, in modo sinodale, abbiamo raccontato, ascoltato e condiviso le diverse esperienze frutto di un lavoro educativo svolto dalle diverse realtà del territorio nazionale.
Attraverso gli strumenti di pianificazione strategica della swot analysis e del padlet abbiamo potuto confrontarci sull’affascinante e complesso mondo della progettazione sociale, mettendo in luce le criticità e le buone pratiche sperimentate. Un percorso proficuo che continuerà, come anticipato dal consiglio direttivo nazionale, anche il prossimo anno e che ci aiuterà a riprendere il cammino svolto negli anni passati e a crescere nelle competenze per camminare insieme nella missione educativa salesiana.
Andrea Calabrese Cooperativa E.T. Torino
Massimo Marino A.P.S. Sacro Cuore Foggia
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