Il Villaggio Don Bosco di Foggia è uno dei destinatari degli aiuti del progetto UsAid, la risposta del VIS, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP all’emergenza COVID-19 in Italia. In questo racconto, spiegano la loro attività e come gli aiuti ricevuti siano necessari per proseguire in sicurezza il lavoro con i ragazzi.
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A pochi chilometri da Foggia, in agro di Lucera, zona Vaccarella, è stato costruito un piccolo borgo con “grappoli di case” denominato Villaggio Don Bosco attorno a spazi comuni d’incontro:
– tre piazze con appartamenti confortevoli;
– un centro di documentazione e formazione
– un auditorium
– una zona foresteria con una piccola cappella
Il villaggio vuole rappresentare per la comunità civile e sociale un punto di riferimento culturale, un laboratorio di pensiero ed azione nel campo educativo, con particolare riferimento alla qualità della vita familiare relazionale.
L’idea del villaggio nasce dal voler ricercare nuove forme di convivialità che siano risposte concrete all’isolamento in cui viviamo. Il fatto che famiglie decidono di condividere un percorso della loro vita per accogliere ragazzi in difficoltà prevede una circolarità dei processi educativi che interroga l’attuale organizzazione familiare sempre più spinta verso l’isolamento.
Il Villaggio, non si vuole caratterizzare come un contenitore del disagio giovanile e/ o adolescenziale. Rifugge anzi tale connotazione. Si colloca invece come spazio aperto, luogo dove è possibile farsi carico delle difficoltà e delle sofferenze che la vita riserva e, soprattutto, dove è possibile cercare, insieme al altri compagni di viaggio, le risposte più opportune, a volte faticose e difficili, per una vita dignitosa.
E’ necessario risvegliare il gusto e la passione educativa, la cura attenta e la priorità della relazione tra le persone. Quindi il villaggio è della comunità territoriale e per la comunità nel suo insieme; vuole essere un seme, un fermento di ricerca per tutto il territorio, un luogo di promozione di cittadinanza attiva e partecipe, dove la solidarietà non è buonismo ma un alto impegno etico e civile.
I destinatari del servizio sono minori in situazioni di devianza e disadattamento, soggetti o meno a provvedimenti civili e amministrativi dell’autorità giudiziaria, che necessitano di un intervento di allontanamento temporaneo dal nucleo familiare d’appartenenza.
Tale situazione è per lo più dettata da problemi di maltrattamento, abuso, trascuratezza, deprivazione relazionale, affettiva, culturale e/o economica, disturbi comportamentali e relazionali. In casi particolari possono essere inseriti minori con disabilità e disturbi comportamentali, emozionali o patologie psichiatriche.
Cosa stiamo facendo per l’emergenza Covid-19?
Garantiamo il proseguo scolastico attraverso varie connessioni internet e uso di tablet. Garantiamo la sicurezza e il benessere psicologico e sociale dei ragazzi rispettando le norme di sicurezza.
Cosa facciamo con quanto ricevuto
L’uso dei DPI è garantito durante tutto l’arco della giornata. I minori indossano le mascherine continuamente e hanno la possibilità di disinfettarsi le mani prima di entrare in comunità o per spostarsi in altri ambienti. Ciò permettere di continuare a vivere normalmente. L’uso costante dei DPI permette, quindi, di proseguire i vari laboratori in atto (falegnameria, riciclo creativo, sartoria).
Gli stessi DPI (guanti, mascherine e gel) vengono utilizzati anche per gli incontri protetti che avvengono settimanalmente con i parenti.
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Questa attività è parte della risposta che VIS, Salesian Missions, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP stanno portando avanti per mitigare le conseguenze economiche, sociali ed educative dell’emergenza COVID-19 in Italia. Il progetto è realizzato grazie alla U.S. Agency for International Development (USAID).