Agire nel proprio contesto attraverso la formazione sull’empowerment sociale

Alessandra e Saverio hanno preso parte al progetto ACTTE (Acting in Context by Training the Trainers in social Empowerment).
Un progetto che mira al rafforzamento delle competenze e abilità nell’ambito dell’empowerment e della metodologia del DPA, Développement du pouvoir d’agir, secondo gli approcci sviluppati dallo studioso Yann le Bossé e si rivolge prevalentemente ad operatori, assistenti sociali, educatori e docenti che lavorano in ambito sociale.
Il percorso progettuale ha portato all’elaborazione di un tool box basato appunto sul concetto di Empowerment, che è stato costruito dagli stessi operatori che hanno svolto le formazioni, secondo un approccio partecipativo, partendo dalle esperienze educative dei vari centri coinvolti.  Lo strumento sarà presto disponibile come strumento di formazione e aggiornamento.
“I nostri nomi sono Alessandra e Saverio, siamo entrambi educatori in una Comunità Educativa per minori sita in provincia di Foggia, presso il Villaggio Don Bosco, e, durante l’anno appena trascorso, abbiamo avuto la fortuna di poter prendere parte al progetto ACTTE (Acting in Context by Training the Trainers in social Empowerment). Questo progetto, organizzato dall’Università di Silesia, in Polonia, ha visto la partnership di diverse associazioni ed università di diversi Paesi europei: abbiamo avuto il piacere, grazie a Salesiani per il Sociale, di collaborare con educatori e insegnanti universitari provenienti da Francia, Spagna, Belgio e Polonia, scambiando con loro vissuti e strategie educative.
Dopo la chiusura causata dal Covid, il progetto ACTTE è ripartito in presenza nel mese di Ottobre 2021. Il gruppo si è incontrato per la prima volta a Valencia, dove i coordinatori, Roland e Lieves, ci hanno illustrato gli aspetti teorici del DPA APPROACH, ai quali si è lavorato durante due progetti tenutisi negli anni antecedenti alla pandemia. I primi giorni si respirava un’aria strana: un gruppo di “sconosciuti” provenienti da diverse parti d’Europea si è ritrovato nella stessa stanza a discutere, non nella propria lingua madre, di lavoro e di approcci educativi, in un clima di iniziale timidezza, dovuto in gran parte ai lasciti causati dal Covid. La sensazione che per prima ha caratterizzato questo percorso è stata, senza alcun dubbio, la confusione: nonostante l’ottima preparazione dei nostri formatori, Roland e Lieves, ricordiamo ancora i nostri sguardi pieni di dubbi su quello che saremmo andati a fare negli step successivi del progetto e i conseguenti dubbi sulle nostre capacità di poter essere dei formatori per i nostri colleghi e partner. Dubbi con i quali siamo rientrati in Italia al termine della settimana in Spagna.
Tutto è diventato improvvisamente più chiaro nella seconda tappa, più pratica della prima, che si è svolta in Italia, a Foggia nello specifico, presso il Villaggio Don Bosco, la nostra realtà, che ospita al suo interno Comunità Educative per minori. Durante questo workshop, il gruppo ha gettato le basi per quella “cassetta degli attrezzi”, la Toolbox, che verrà poi utilizzata dai formatori del social empowerment in tutta Europa. Qui i nostri formatori hanno ricoperto un ruolo un po’ più defilato, dandoci ampio spazio nella costruzione della Toolbox: ognuno di noi ha presentato e condiviso strumenti e strategie utilizzate nel proprio contesto lavorativo con i beneficiari. Il gruppo ha lavorato in un clima di totale fiducia e rispetto, si è dimostrato aperto alle critiche costruttive e ai nuovi suggerimenti, pronto ad apportare eventuali modifiche agli strumenti dopo il confronto. Questa è stata la tappa per noi più estenuante sia a livello mentale che fisico in quanto, oltre alla parte più squisitamente legata al workshop, siamo stati impegnati nell’accoglienza e nella logistica legata alle visite delle realtà del nostro territorio, in linea con le finalità del progetto. Allo stesso tempo, però, è stata la tappa che più ci ha riempito di soddisfazioni e di voglia di fare: è stato bello poter condividere con gli altri del gruppo la nostra realtà e il nostro lavoro quotidiano, e ascoltare le loro sincere parole di stima e gratitudine per quello che facciamo nel nostro territorio.
La terza tappa, quella sperimentale, ha avuto luogo a Bruxelles. In questa occasione abbiamo avuto la possibilità di essere per la prima volta dei formatori sul campo
sul social empowerment: abbiamo testato l’efficacia degli strumenti che il gruppo ha selezionato nel workshop in Italia e lo abbiamo fatto direttamente con un gruppo di studenti di Roland e Lieves, i nostri formatori. È stato in questa ultima tappa del progetto ACTTE che noi tutti abbiamo finalmente acquistato consapevolezza di tutto il lavoro fatto e delle potenzialità che, come gruppo, abbiamo rappresentato e sviluppato in questo percorso. La sperimentazione a Bruxelles ha avuto un ottimo risultato e la Toolbox finale, che sarà presentata il prossimo 9 settembre in Polonia, è stata accolta dagli studenti con grande interesse ed entusiasmo.
Aver avuto la possibilità di partecipare al progetto europeo ACTTE è stata una grandissima occasione di crescita personale e professionale. Abbiamo avuto la fortuna di essere guidati in quest’esperienza da due formatori fantastici, i quali sono stati capaci di creare all’interno del gruppo un clima di armonia e condivisione, rispetto e reciprocità. Abbiamo avuto la possibilità di sperimentare in prima persona l’empowerment, grazie anche alla sinergia e flusso creativo nato e cresciuto all’interno del gruppo stesso. Ogni membro ha portato del suo, dal proprio background lavorativo ed esperienziale, abbiamo condiviso non solo buone pratiche e prassi, ma anche pensieri, pezzi di vita e prospettive future. Creare insieme questa famosa cassetta degli attrezzi è stato stimolante e ha rappresentato un’occasione di crescita importante.
Senza alcun dubbio, possiamo dire che è stata un’esperienza incredibile, che ha lasciato una traccia dentro ciascuno di noi e un arricchimento per la vita”.

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