Chiusura locale del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno” – Bari

Mercoledì 18, al Redentore di Bari, ha preso avvio la tappa finale del progetto triennale di Salesiani per il Sociale APS “Dare di più a chi ha avuto di meno”. Progetto selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con la tavola rotonda “Sfide educative in periodo post-pandemico” a cui hanno partecipato:
Don Pasquale Martino – Direttore dell’Opera e del CFP;
Don Giuseppe Russo – Incaricato dell’Oratorio;
Francesca Bottalico – Assessore al welfare comune di Bari;
Francesco Preite – Presidente di Salesiani per il sociale;
Leonardo Palmisano – Presidente di Radici Future produzioni cooperativa culturale;
Gerardo Marchitelli – Dirigente Scuola Duse plesso don Bosco
Giuseppina Bobbo – In rappresentanza della Scuola Garibaldi
Serafina Cramarossa – In rappresentanza della Scuola Santarella
Il progetto è intervenuto sui processi di trasmissione intra ed extra familiare della povertà educativa e della deprivazione culturale contrastando le disuguaglianze sociali vissute da molti ragazzi che concorrono ad accrescere le loro difficoltà nei percorsi di crescita. Lo scopo era quello di ridurre i fenomeni di dispersione scolastica, aumentare la fruizione di opportunità educative, rendere i territori educativamente più infrastrutturati.
Il programma socio-educativo ha interessato dal 2018 tre istituti scolastici di Bari ovvero “Don Bosco”, “Garibaldi” e “Santarella”, con la partecipazione di oltre trecento ragazzi fra gli 11 e i 17 anni, i loro genitori e gli insegnanti.
Ciascuno è stato coinvolto in azioni specifiche, quali la formazione, le attività extrascolastiche, momenti di incontro e confronto, finalizzati a ridurre i fenomeni di abbandono scolastico precoce, ad aumentare il senso di cittadinanza e l’autostima, supportando docenti e genitori nel compito educativo attraverso un sistema di scambio continuo fra scuola e famiglia.
In merito a questo scambio tra scuola e famiglia Francesca Bottalico, Assessore al welfare comune di Bari, è intervenuta:
« L’educazione è un percorso che si acquisisce, anche grazie alle relazioni che si possono instaurare […] Nella fase di cambiamento che i ragazzi già stavano vivendo, la pandemia ha sicuramente inciso e ci ha resi consapevoli della necessità di ampliare la cassetta degli attrezzi con strumenti nuovi, sia spirituali che educativi, capaci di leggere i linguaggi e le delusioni della quotidianità.
Strumenti nuovi, ma anche strumenti antichi, come quello dell’ascolto. Molto complesso in questo momento sociale. Nasce così, anche grazie al progetto, il tempo della relazione educativa, il tempo di prendersi cura delle aspirazioni e dei bisogni dei nostri ragazzi poiché un “Un ragazzo cresce solo se sognato” come affermò il sociologo Danilo Dolci».
Leonardo Palmisano invece si è concentrato, con il suo sguardo di analisi sui fenomeni sociali, sulla povertà citando anche le parole di Papa Francesco:
« Saremo sommersi dalle povertà: la povertà materiale è un pieno. La povertà culturale è un abisso. Il povero è dunque pieno di vita!  Molto spesso tendiamo a confondere le due povertà quando invece non è così. C’è una povertà culturale, di cui fa parte quella educativa, e una povertà materiale.
La povertà materiale è quella con la quale ci si scaglia più spesso, ma la povertà culturale oggi ha toccato sia gli adolescenti che gli adulti. 
La povertà culturale nasce da uno stato di abbandono e dalla mancanza di valori genitoriali e porta con sè, fenomeni di nevrosi collettive che trovano nella violenza la possibilità di potersi esprimere per dare un nome all’identità negata».
La proposta progettuale si è mossa su tre assi, con le rispettive referenti di asse:
1) Educazione formale, con la psicologa e psicoterapeuta Elena Presicci con:
– laboratori indirizzati ai ragazzi sui temi dell’autostima, della motivazione e dell’autoefficacia
– formazione docenti
– counselling ai consigli di classe
2) Educazione non formale, con l’assistente sociale Manuela Albanese in oratorio con
– Supporto scolastico
  • Tornei sportivi
  • Teatro
  • Saperi digitali
  • Mentoring
  • Costruzione di comunità
3) Educazione territoriale con Abra Lupori, esperta di danza terapia e reti e Michele Pennelli, psicologo e psicoterapeuta.
Un progetto ricco ma allo stesso tempo stimolante sia per gli educatori che per i ragazzi.
Elena La Ficara, referente locale di progetto per la sede di Bari, ha riassunto in 3 punti i benefeci che il progetto ha portato alla sede:
– Opportunità qualificate ad un territorio che spesso presenta delle criticità dal punto di vista dell’offerta educativa
– Consolidazione ed arricchimento del network di relazioni istituzionali e non
– Acquisizione di nuove competenze professionali.
«Avere l’opportunità di lavorare costantemente in rete con gli operatori di altri territori è stata una risorsa umana e professionale inestimabile che ci ha aperto nuove prospettive di metodo e di collaborazione».
Don Giuseppe Russo, incaricato dell’oratorio al “Redentore”, in base agli obiettivi stabiliti e quelli raggiunti afferma:
«L’obiettivo era quello di creare percorsi di emancipazione per superare le diseguaglianze educative creando rete e ci possiamo ritenere soddisfatti. Noi come istituto redentore abbiamo cercato di tenere unita questa rete e di mettere al centro soprattutto percorsi educativi che fossero attinenti agli adolescenti e preadolescenti».
Le conclusioni della tavola rotonda sono state affidate a Don Francesco Preite, Presidente di Salesiani per il Sociale, che ha ringraziato per il progetto realizzato evidenziando la capacità avuta di passare dall’Io al Noi:
«solo insieme è possibile rendere sostenibile il progetto educativo di contrasto alle povertà educative».
Ed ha proposto il passaggio successivo: quello di continuare ad accompagnare gli adolescenti dall’assistenza educativa alla formazione ed inserimento lavorativo per restituire dignità ai giovani, specialmente i neet.
Con queste parole, con questo impegno ed un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno” che si è concluso il progetto triennale.
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